TFR – Cosa (poter) fare

EuroEntro il 30 Giugno 2006 molti lavoratori dovranno decidere cosa fare del proprio TFR (Trattamento di Fine Rapporto).

Noto che non si sta capendo gran che sul come comportarsi. Tutte le informazioni utili sono presenti nel sito internet predisposto dal governo: http://www.tfr.gov.it. Stranamente il sito mi sembra abbastanza chiaro. Il taglio poco legislativo aiuta non poco la comprensione della norma.

Per chi lo trovasse utile, di seguito qualche informazione.

Cos’è il TFR e come viene calcolato?
Il trattamento di fine rapporto è semplicemente del denaro ๐Ÿ™‚ . Una quota che il datore di lavoro accantona di anno in anno e che ci darà nel momento in cui il rapporto di lavoro cessa. Il TFR spetta ad ogni lavoratore dipendente! E’ reddito, quindi è prevista tassazione.

Il calcolo è abbastanza semplice, ma ve lo risparmio. Sappiate comunque che è circa pari a poco meno di una mensilità annua. Sappiate anche che di anno in anno il TFR accantonato gli anni precedenti viene rivalutato al 75% della variazione annua dell’indice dei prezzi al consumo (già questo mi sembra possa bastare :D).

Cosa succede al nostro TFR?
Siamo chiamati a decidere cosa fare del nostro TFR entro e non oltre il 30 Giugno 2007. Possiamo scegliere di:

  • Destinarlo a fondi pensionistici:
    • Istituiti dal CCNL (Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro)
    • Fondi Regionali
    • Fondi Collettivi
    • Casse Professionali
    • Fondi preesistenti
  • Mantenerlo in azienda.
  • Non decidere cosa fare (si può anche decidere di non decidere ๐Ÿ™‚ ).

Chi deve decidere? Siamo tutti coinvolti?
No. Di fatto hanno l’obbligo di esprimersi i lavoratori dipendenti delle aziende private assunti prima del 31/12/2006.
Per i lavoratori assunti dopo il 31/12/2006 la scelta sarà da operare decorsi sei mesi dalla data d’assunzione.
Possono aderire a tali fondi anche i lavoratori autonomi ed i liberi professionisti, ma questa è adesione volontaria ed ovviamente, non avendo loro TFR, il discorso sarà un po’ diverso ๐Ÿ™‚ .

Sono un lavoratore a progetto. Pure io devo scegliere?
Assolutamente SI.

Ma di quale TFR si parla con esattezza?
Del TFR maturando. Ovvero del TFR futuro rispetto all’entrata in vigore della norma (01/01/2007).

Sono un lavoratore dipendente del settore privato, ma ho già da tempo un fondo pensionistico complementare. Che faccio?
Se il fondo pensionistico complementare compete la totalità del TFR maturato allora non si deve fare niente.
Se compete solo una quota del TFR, allora c’è da operare una scelta per la quota restante.

Se decido di destinare il TFR a fondi pensionistici, cosa succede?
Alla fine del rapporto di lavoro il lavoratore NON percepirà il TFR maturato, in quanto investito nel fondo. Se lo vedrà di ritorno come integrazione alla pensione di anzianità, sotto forma di rendita vitalizia.
Per cui se decidi per un fondo oggi, vedrai la rendita solo nel momento in cui si avrà maturato il diritto alla pensione e si comincerà a percepire la stessa.
Tutto ciò a patto che l’adesione ai fondi pensionistici sia durata per almeno 5 anni.

Ho deciso di destinare il TFR ad un fondo pensionistico e questo sta andando molto bene! Che succede ai rendimenti?
Come ogni rendita finanziaria, anche quelle generate dai fondi pensione è soggetta a tassazione. Sono tuttavia previste (non meglio identificate) agevolazioni fiscali.

Scusa, scusa… Andamento? Rendimento? Ma che vuol dire? Che stai dicendo?
Come ogni fondo di investimento, tu vai a dare dei soldi a qualcuno che li gestirà per te, cercando di farli crescere nel tempo. Potrebbe riuscirci come potrebbe non riuscirci.
In ogni caso, i fondi destinati ad investire il TFR, sono a rischio molto basso (chi rischierebbe alto sul proprio TFR?).
La rendita vitalizia sarà quindi commisurata, non solo all’entità dell’investimento, ma anche al suo rendimento nel tempo.

Miiii!!! Mi stai facendo cagare sotto!!! Io non voglio farlo!
Non ti preoccupare puoi scegliere di mantenere il TFR in azienda! In questo caso percepirai il TFR maturato a fine rapporto di lavoro, come se la riforma non esistesse.
L’unica cosa è che devi dichiarare esplicitamente di voler mantenere il tuo TRF in azienda!

E se non dichiaro niente a nessuno?
Si applicherà il silenzio assenzo ed il tuo TRF sarà gestito da un fondo pensione dell’INPS. Per cui stai attento, perchè il NON dichiarare la propria volontà produce un cambiamento della tua situazione previdenziale!

Questo è tutto quello che c’è da sapere?
Assolutamente NO! Ci sono trattamenti differenziati per:

  • Lavoratori assunti entro il 31/12/2006:
    • Iscritti alla previdenza dopo il 28/04/1993
    • Iscritti alla previdenza prima del 29/04/1993 che versano parte del TFR a forme pensionistiche complementari
    • Iscritti alla previdenza prima del 29/04/1993 che NON versano parte del TFR a forme pensionistiche complementari
  • Lavoratori assunti dopo il 31/12/2006:
    • Iscritti alla previdenza dopo il 28/04/1993
    • Iscritti alla previdenza prima del 29/04/1993

Ed in queste categorie dovete tener presente che le cose cambiano per aziende con più e con meno di 50 dipendenti.

In quale categoria rientri? Fai mente locale e dopo di che controlla con esattezza cosa puoi fare e non fare e quali conseguenze avrà la tua scelta.

E ora, dato che è sabato sera, vado a sbronzarmi un po’ ๐Ÿ™‚