Riforma universitaria: una questione di numeri!

Sul sito della Repubblica leggo un articolo sui presunti risultati della riforma universitaria. L’articolo titola:"Si laureano prima e restano in aula. Ecco i figli della riforma".
Si parla dei risultati di una ricerca di Almalaurea in cui sostanzialmente si dice:

1- Grazie alla riforma ci si laurea prima.
2- Grazie alla riforma il numero di iscritti alle università  à aumentato.
3- Grazie alla riforma molti ultratrentenni hanno deciso di riprendere gli studi.
4- I neolaureati triennali hanno una gran voglia di studiare.

Beh, a me verrebbe da dirla diversamente:

1- Grazie alla riforma i corsi sono spaventosamente facili.
2- Il punto uno attira maggiormente verso l’università.
3- L’aver annullato la prescrizione decennale degli esami universitari, associata alle facilitazioni introdotte, è stato un ottimo modo per aumentare la "domanda di università".
4- I neolaureati triennali restano disoccupati tanto quanto i loro colleghi pre-riforma.

Certe cose le dico, non per sentito dire. Sono un laureato orgogliosamente pre-riforma. Ho vissuto gli ultimi tempi dell’università a contatto indiretto con i nuovi corsisti triennali.
Si facevano esami con le stesse commissioni, gli stessi professori, ma ovviamente con programmi diversi.
E’ vero che ho sempre considerato spropositati la maggior parte dei programmi del mio corso. E’ vero che nel vecchio ordinamento determinate materie avevano l’unico scopo di farti ritirare.
Ma è strano vedere che da un giorno all’altro questa tendenza, non solo cambia, ma vira vistosamente in senso opposto!

Esempi di cose che ho visto.
I programmi del nuovo ordinamento diventano un terzo di quelli del vecchio ordinamento. Quando prima si faceva riferimento a certe capacità, ora si fa riferimento solo ad un certo numero di ore studio.
E questo già fa capire come la riforma sia in senso quantitativo da tutti i punti di vista. Se prima nel vademecum della materia X trovavo scritto: "Il candidato all’esame dovrà dimostrare di aver appreso i concetti A, B e C…", oggi si trovano strane formulazioni del tipo: "Il candidato dovrà dimostrare di aver acquisito il numero di crediti necessari previsti dal piano di studio, derivanti dal conteggio delle ore presenza in aula, ore studio, stage…".

Praticamente, anche la presenza fa punteggio. Beh, vero è che il frequentante ha sempre avuto dei privilegi in sede d’esame, ma non pensavo arrivassero ad istituzionalizzare la cosa…
Altro dato deprimente è che tutto è ormai a quantità. L’università e la carriera di uno studente sono ridotti ad un cumulo indistinto di crediti acquisibili nei modi più disparati.
Ma la qualità dello studio, dove sta?

I cambiamenti da vecchio a nuovo ordinamento, per chi ha vissuto il passaggio in prima persona, erano evidenti.
La cosa che più faceva terrorizzare lo studente di economia era lo scritto. Questo perchè TUTTI i professori usavano lo scritto come mezzo di scrematura: "Ne faccio fuori il 70% con lo scritto, così agli orali non devo faticare troppo".
Sto forse generalizzando un po’ troppo. Non tutti i professori avevano intenzioni bellicose… Ma lo scritto si è sempre fatto per risparmiare tempo. Poi c’è chi lo faceva con buone intenzioni, chi con cattive intenzioni…

Ad ogni scritto superato seguiva un orale obbligatorio! Solitamente il voto scaturiva dalla media delle due prove con un voto minimo per ogni prova (prendere 30 allo scritto e non arrivare al 18 all’orale equivaleva ad essere mandato). In caso si venisse mandati all’orale, si doveva rifare lo scritto (almeno di professori particolarmente comprensivi, che è pure vero c’erano!).

L’esame che oggi va per la maggiore è lo scritto. Attesissimo dagli studenti, perchè c’è ben poco da scrivere! Il test è diventato l’arma vincente!
Difatti grazie ai test la probabilità di passare un esame senza aver studiato non è altissima, ma enormemente maggiore del caso di un compito con risposta aperta (dove bisogna articolare frasi di senso compiuto).
Copiare è di un facile incredibile. Basta individuare il tipo che ha il compito uguale al tuo. La risposta esatta va passata con un labbiale impercettibile.
Non ti piace il voto del test? No Problem! Il professore è a tua disposizione per un colloquio orale facoltativo che ti permette di aumentare il voto! Ovviamente i professori, nei loro momenti di nostalgia dell’università che fu, ricordano ai candidati che il voto si può alzare come abbassare… Riuscendo ad ottenere nel 95% dei casi la reticenza di chi era pronto a presentarsi per tentare il colpaccio!

Perchè i trentenni tornano?
Fino a qualche tempo fa vigeva la prescrizione delle materie universitarie tolte: se non ti iscrivi tutti gli anni, gli esami sostenuti verranno cancellati d’ufficio dopo 10 anni dall’ultima iscrizione (o 15? ora non ricordo). Questo vale ancora per i vecchi corsi di laurea. Non vale per i corsi triennali.
Se 40 anni fa ti sei tolto il 50% delle materie di Economia e Commercio e dopo ti sei ritirato, pagando una somma di riscatto, potresti ritrovarti già laureato di primo livello! Una sorta di condono universitario!
Metti che lavoro alla posta da una vita. La mia posizione è statica perchè ho un diploma che mi permette di stare massimo allo sportello. Ma mi viene in aiuto la riforma ed allora rovisto fra le cose vecchie, scopro che in base alla nuova riforma mi mancano due esami per essere laureato di primo livello. Mi iscruvi, PAGO, tolgo due esami con la tecnica del vero/falso. Mi laureo e di colpo divento un candidato alla direzione dell’ufficio postale!

Senza contare che quella persona sarà un laureato di pezza. Ha convelidato pagando materie vecchie di 20 o più anni, facendole valutare al pari di materie odierne, con programmi molto diversi e molto più aggiornati. In definitiva, il neolaureato non avrà solo la concorrenza degli altri neolaureati, ma pure degli pseudo-neo-dottori!

Non si doveva facilitare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro?!?!?! Che poi sta cosa va a vantaggio di chi? Sicuramente di chi ha già un lavoro e deve cercare un escamotage per avanzare di grado. Mi sembra tanto la storia di quei concorsi per titoli dove il titolo che hanno in 100.000 vale uno, mentre quello apparentemente inutile (come giudiricamente dovrebbero essere degli esami prescritti) vale 1.01. Ed è proprio per 0.01 punti che il fortunato si prende tutto il mallotto!

Hanno delle medie altissime!
Ecco, su questo devo un po’ fare il gioco del cattivo… Usare quel tono del sospetto da me stesso molto odiato, ma che certe volte (vedi caso Moggi) funziona: parte dei fondi che vanno dallo stato agli atenei (si badi bene, PARTE, non tutti) è distribuito in funzione delle performances dell’ateneo.
Come misuriamo i risultati di un ateneo? Ma ovviamente in base al numero dei laureati in un anno, alla percentuale di questi sul totale degli iscritti, alla media dei voti di laurea ottenuti dagli studenti, e si vociferava anche di una mega media dei voti degli esami, ponderata per facoltà.
Se fossi cattivo, potrei ipotizzare che le medie stratosferiche siano un modo per raccattare fondi. Ma preferisco non dire certe cose : - ) .

Ma siam sicuri che son così tanti sti laureati?
Ai tempi del vecchio ordinamento, ci si diceva di continuo che in media, meno di uno su dieci si laurea. Indimenticabile il primo giorno di lezione della mia vita (Matematica Generale) il Prof ci disse: "Potrei dirvi che le persone che avete a fianco, destra e sinistra, non saranno con voi già fra un anno. Ma in realtà dovreste guardare a destra, sinistra, davanti, dietro, ed alzarvi pure per scorgere qualcuno lontato…".
Pochi laureati e percentuale bassissima di laureati sul numero totale degli iscritti di un anno di corso: meno del 10%.
Oggi invece, sono già 79.000 i laureati del nuovo ordinamento. Mentre nello stesso periodo i laureati del vecchio ordinamento sono 97.000. Di più solo perchè in quei 97.000 c’è gente che sta all’università da una vita. Per cui, detta così, quel 79.000 sembra un grande risultato!
Ma quasi 20.000 di questi sono i così detti "ibridi": ex vecchio ordinamento passati al nuovo per sbrigarsi o ex studenti tornati con riscatto delle materie prescritte.
A questo si deve aggiungere una considerazione importante: la vecchia laurea (quadriennale o quinquennale) è oggi paragonabile SOLO alla laurea specialistica. Se un nuovo laureato vuole avere un titolo equivalente deve prendere il biennio specialistico.
Quanti sono i laureati con il 3+2 completo? 6.000.
Ora fare due calcoli è semplice e scopriamo che il numero di laureati paragonabili a quello del vecchio ordinamento, rappresenta il 7.6% del totale dei laureati.
Vogliamo fare che, grazie alla riforma, la percentuale di laureati sugli iscritti è del 50%? (IMHO è troppo, ma siamo buoni…..). Bene, la percentuale di laureati, definiamoli, completi, sul totale degli iscritti si abbassa al 3.8%. Per cui si è passati da un 9.5% ad un 3.8%. Un decremento di quasi 6 punti percentuali!!!

Ma è davvero tutto sto gran spettacolo la riforma delle crocette?!?!

PS: per chi non lo sapesse Almalaurea (autore dello studio) è un ente che si prende la briga di incamerare tutti i curriculum dei neo laureati italiani tramite un questionario chilometrico da compilare prima della sessione di laurea. Non so negli altri atenei, ma se per qualsiasi motivo non volevi farlo, a Catania dovevi presentare un domandone motivato che doveva essere approvato, timbrato, controtimbrato, imbalsamato, esposto per due giorni alla pubblica gogna ed infine carbonizzato con un rito satanico.
A due anni dalla compilazione, Almalaurea mi ha procurato UN colloquio e UN MILIONE di mail spam.

18 thoughts on “Riforma universitaria: una questione di numeri!”

  1. che con la triennale ci si laurea prima è vero(ma non sempre…vedi il mio caso)…l’ateneo di bari sta formando un “comitato per riprendere le pecorelle smarrite”: sta richiamando all’attenti tutti i fuoricorso a cui viene chiesto gentilmente di finire oppure sparire!!

  2. Che ci si laurei prima è giusto.
    I “vecchi” laureati uscivano a 26/27 anni (quando andava bene) ed erano troppo fuori mercato rispetto ai loro corrispettivi inglesi, americani, francesi…
    Ma che per farli uscire prima si vada a discapito della preparazione non mi sembra bello.

    Prima si era preparati, ma poco concorrenziali perchè troppo *accademici* e vecchi.
    Oggi si esce in un lampo, ma non si sa fare una sega…
    E questo lo dico perchè ho avuto in ufficio diversi stagisti laureandi dei nuovi ordinamenti. Senza offesa, ma son scandalosi…

  3. Io invece leggo spesso di genialoidi pronti a sentenziare senza motivare le cose.
    E come sempre fanno la figura che si meritano ; - )
    Saluti

    PS: se alla mia richiesta di NON avere stagisti del nuovo ordinamento un Prof Universitario mi risponde “Io propongo alle aziende gente del nuovo ordinamento solo in casi eccezionali…” Ci sarà un motivo, o pure questa è una cazzata? : - D

  4. io posso dirti una cosa..dipende da cosa studi.. io sono ing. aerospaziale.

    Sono stato sf**ato (e me lo dico io da solo) perché hanno anticipato di un anno la riforma (cioè l’hanno applicata immediatamente al POLITECNICO DI MILANO nel 2000 al contrario di tutti gli altri atenei d’Italia che hanno aspettato il 2001) e ho dovuto beccarmi il N.O. contro ogni previsione.
    Il risultato?
    Analisi e FIsica me l’hanno fatta alla c***o DI CANE (scusa l’espressione ma mi hanno privato di basi fondamentali e tutt’ora ne pago le conseguenze).
    Ho faticato il doppio perché alla specialistica il metodo è quello del vecchio ordinamento per celta della facoltà e mi hanno introdotto un esame DINAMICA E CONTROLLO DI STRUTTURE AEROSPAZIALI che precedentemente non esisteva.
    Ti dico solamente questo, in media fatte eccezioni, per passare questo esame devi presentarti 5 volte che equivale ad 1 anno, e il prof. è il più esigente che abbai mai conosciuto.

    http://www.aero.polimi.it/IT/index.php?module=pagemaster&PAGE_user_op=view_page&PAGE_id=17&MMN_position=66:66

    questo è link del corso..
    io naturalmente non ho ancora passato l’esame.

    finisco prima la tesi che questo intoppo.

    Il succo del discorso è NON GENERALIZZIAMO perché non è così dappertutto. Io con la riforma HO AVUTO SOLO DI GRAN PROBLEMI perché alla specialistica mi hanno richiesto conoscenze che non avevo ben assmilato per colpa dlla riforma e non è venuto nessuno a chiarirmi i dubbi. Mi sto facendo un mazzo così adesso.

  5. @ sualocin: non è mia abitudine generalizzare. E son sicuro che esistano corsi di laurea del nuovo ordinamento, in cui i prof. impartiscano conoscenza, e non solo ore lavoro…

    Però tu sei la prova provata del mio discorso. Se leggi, anche io affermo che i laureati paragonabili a quelli del vecchio ordinamento sono i 3+2. Quelli che prendono la laurea specialistica.
    Lo so, perchè i miei prof già da tempo dicevano che tutto quello che non avrebbero fatto durante il triennio, se lo sarebbero ritrovati a fare per il biennio specialistico.

    E tu stesso ti stai accorgendo che dopo un triennio fatto all’acqua di rose, il biennio specialistico può diventare devastante. Tanto che, nei fatti, il numero di laureati *pieni* (3+2) è percentualmente inferiore al numero di laureati vecchio ordinamento.

  6. ciao, io non ho detto che il triennio era all’acqua di rose.
    Per passare Dinamica dei sistemi aerospaziali (corso di base per quello della specialistica e nemmeno paragonabile per difficoltà, quello che sto facendo è veramente tosto) ci ho messo 10 scritti per essere ammesso all’orale che per fortuna mi è andato bene. ( e non sono un ignorante, c’è gente che ci ha messo 2 volte chi 7 chi 15,l è un corso che richiede una precisione estrema nel non sbagliare la modellazione del problema).
    Io dico che hanno sbagliato a tagliare sulle basi che magari andavano approfondite, senza il “magari”.
    Hanno farcito il corso di studi per ottenere finanziamenti dallo stato spartendosi i corsi per dipartimento. Mi sono fatto 10 corsi di strutture quando volevo essere un propulsivo, ma quello è del dip. di energetica e allora tagliamolo.
    Funziona male anche per questo.
    La laurea triennale non vale quella del vecchio ordinamento sicuramento, ma da noi on è all’acqua di rose. Non sceglierei mai di uscire dopo 3 anni perché non sarei né carne né pesce. Mi sono laureato in uno stato confusionale per la troppa quantità di roba.Ripeto che adesso sconto i danni provocati da questo fatto.
    Per il discorso dei 3 anni il mondo del lavoro risolve già tutto…se uno deve scegliere chi assumere e vede uno laureato con 5 e uno con 3 senza ombra di dubbio, se ha bisogno di una competenza superiore sceglierà il primo,ma questo non è nemmeno da discutere.

  7. @ sualocin: non è che sto dicendo che è diventato tutto una buffonata. Semplicemente mi par strano vedere professori, prima *terribili* oggi fare esami con spirito molto più bonario…

    Ti faccio un esempio: “economie e gestione delle imprese”. Per il mio corso era fondamentale. Io (vecchio ordinamento) per veder la materia nel libretto ho fatto:

    1- uno studio di settore (lavoro di gruppo, ci appiopparono il settore farmaceutico).

    2- due esami scritti: il primo era l’analisi di un testo dell’ISTAT. Si dovevano commentare dati di settore e tendenze relative. L’altro era un questionario a risposta *aperta* sugli aspetti “operativi” delle strategie aziendali.

    3- Esame orale finale.

    Un lavoro leggerino non proprio, due scritti ed un orale. Con la clausola di avere almeno 18 in tutte le prove!

    Due anni dopo, arrivano i nuovi corsisti e fanno UN esame consistente in un test con domande a risposta multipla.

    Alla fine sia io che loro avevamo la stessa materia scritta sul libretto.

    Posso capire alleggerire, ma non si esagera un po’?!

    Non dico sia così ovunque… Ma certe cose le sento spesso.
    Quello che veramente mi fa pensare è che escono certi articoli (come quello linkato) che lodano alla riforma universitaria. Quando in realtà da lodare c’è ben poco… Hanno declassato la laurea nei fatti, e persistono a definire laureati i ragazzi che hanno il primo livello. Magari lo saranno di nomina, ma se è vero che non hanno lo stesso accesso ai concorsi e alle abilitazione in genere, di quello che hanno i laureati vecchio ordinamento e 3+2, vuol dire che tanto laureati veri non sono… o sbaglio?!

  8. PS: la materia che cito, oltre ad avere di fatto 4 esami per una materia… prima della riforma il materiale da studiare consisteva in due libri da 600 pag cadauno, più dispense dei docenti.
    Arriva la riforma e da studiare ci son solo le dispense.

    Vorrei precisare che anche da me ci son stati professori che se ne sono altamente sbattuti della riforma ed hanno continuato a fare il loro lavoro prefiggendosi come obiettivo “insegnare” e non contare crocette, ma mica son tanti…

  9. Io sono iscritta dal 1999 allo IULM di Milano in lingue e letterature straniere. Appena è entrata in vigore la riforma hanno chiuso la facoltà e tagliato i docenti, infatti molti se ne sono andati e i pochi rimasti sono andati a finire in altre facoltà linguistiche dello stesso ateneo e continuano a fare gli esami a noi. Ovviamente i corsi non esistono più neanche quelli di lingua pratica. Mi è capitato all’esame di inglese1, l’accertamento linguistico, dove mi sono ritrovata la docente americana che mi parlava ma io non la capivo quindi rispondevo poco o niente e mi dette 18 borderline perchè mi ha fatto capire che quella è la politica dell’ateneo cioè di dare un qualsiasi voto sufficiente con calcio in c**o perchè per loro siamo più un costo che un guadagno (nonostante la retta salata). La mia amica che da letteratura straniera e passata a interpretariato e traduzione(corso di studi poi chiuso dopo il primo anno perchè organizzato alla cavolo) si è laureata con 99 perchè 11 punti glieli avevano regalati in quanto le prove di laboratorio erano fortemente penalizzanti rispetto agli altri orali (che si e no ti ritrovavi una dispensa del prof, esami che rispetto ai miei facevano ridere) e invece io rischio di non arrivare neanke a 100 grazie alla precedente politica dell’ateneo E - ) Adesso questa mia amica fa la centralinista part-time.
    Grazie alla magnifica riforma!

  10. I corsi saranno anche più facili ma la quantità è diventata improponibile. 6 corsi a semestre, ritmi serrati e programmi pieni pieni.

    C’è da fare il discorso “autonomia” in quanto ogni struttura universitaria sembra attenersi a regolamenti specifici. Il nuovo ordinamento infatti è pesantemente condizionato dai professori che nonostante debbano attenersi alle rigide regole fanno un po alla c***o di cane (leggasi “appelli quando e come dico io”).

  11. Con la riforma degli studi di Ingegneria gli studenti:
    – pagano più tasse;
    – imparano meno perché hanno poco tempo per studiare (gli appelli sono SOLO in date prestabilite)
    I Nuclei di Valutazione delle università non fanno altro che ripetere ai docenti: Il criterio su cui verrà valutata l’università (leggi finanziamenti) è quello del numero di laureati.
    Se si continua così vi assicuro che si va allo sfacelo. S - (

  12. ciao, io ho 22 anni mi manca una materia, a luglio se tutto va bene sarò laureata in Scienze Giuridiche (facoltà di Giurisprudenza) a Messina. Io sono entrata fuori corso a gennaio del corrente anno, ma vi posso assicurare che ci sono tanti colleghi ai quali mancano le materie di due anni interi. Non è vero ke ci si laurea prima, poi a Messina non si scherza con i prof. che abbiamo. Anche se siamo del n. o., se non sappiamo anche le virgole la materia non la prendiamo.Figuratevi ke da noi sia quelli del v.o. ke noi del n.o. andiamo anche 4 volte a dare ad esempio commerciale che è 1 delle materia più pesanti edifficili che abbiamo. Chi la supera al primo colpo (come nel mio caso viene considerato quasi quasi un genio. E poi per quel che mi riguarda i nostri programmi non sono così piccoli: quando ho dato diritto commerciale per noi era poco + di 700 pagg. per quelli del v.o. di 900, dir. lavoro 600. E comunque a noi tocca recuperare nel biennio quello che non facciamo nel triennio, penale per noi passerà da 480 pagg. a 800 pagg. da fare tutte in una volta, mentre per quelli del v.o. c’è la distinzione tra I e II parte, quindi sono agevolati.Non diciamo idiozie ke per noi tutto sia + facile, se avessi potuto scegliere avrei scelto il v.o. Cmq a settembre sarà attivita la laurea quinquiennale, nella nostra facoltà. Io intanto a settembre mi iscriverò a quella biennale. : - P : - D

  13. rispondo al caso del “tipo che lavora alle poste”: io lavoro alle poste come sportellista da 24 anni, mi sono iscritta all’università nel 2001 e mi sono già laureata in psicologlia del lavoro nel febbraio 2005 grazie alla laurea breve, mi sono iscritta di conseguenza alla specialistica e ho già sostenuto sei esami, continuando a lavorare sempre a tempo pieno e con una famiglia da seguire, ebbene non sono ancora direttrice di un ufficio e del mio titolo di studio non ha fatto nè caldo nè freddo a nessuno, ma vista la tua ipotesi forse è il caso che mi faccia sentire in modo un pò più incisivo. Grazie. ; - )

  14. Beh, io conosco gente che lavorava alla posta, si è iscritta all’UNI, si è laureata, specializzata, ed oggi son professori di scuola superiore.

    Tutto questo fatto nei primi anni 80. Ed oggi son professori da pochi anni.

    Continuo a ribadire un concetto che sta alla base: non me la voglio prendere con i neolaureati, ma con il sistema che va a danno di tutti i laureati: vecchi e nuovi.

    I vecchi hanno dovuto sudare 77 camice per laurearsi. I laureati brevi sudano molto meno, ma hanno una laurea molto meno qualificante.

    I vecchi laureati valgono meno nel mercato del lavoro perchè vi entrano troppo tardi, i nuovi laureati entrano presto, ma valgono poco pure loro, perchè hanno competenze minime (perchè se fai 1/5 dei programmi di una volta, sei meno qualificato…).

    Ad oggi il mercato del lavoro dei laureati, da Roma in giù, è gigantesco. Tanta offerta di lavoro.

    Tutto a vantaggio dei datori di lavoro che per un verso o per un altro possono far abbassare le pretese dei laureati.
    Loro (giustamente) cercano personale GIOVANE e PREPARATO.
    I neo laureati non hanno preparazione adeguata, i vecchi laureati sono… vecchi.

    Rislutato? Ingegneri elettronici con le palle che fanno i centralinisti di qualche compagnia telefonica per 3 euro l’ora.

    PS: non so di dove tu sia, ma dalle mie parti, fino a non troppo tempo fa, per entrare alle poste dovevi conoscere persone di cui potrei fare nome e cognome, a condizioni ben note (e non sto parlando di voto di scambio…).

    Se volevi fare le cose per come andavano fatte, ti toccava lavorare da schifo per una vita…

    Sai, conoscevo uno che non voleva dire grazie a nessuno: ha lavorato dall’età di 11 anni, ha avuto i primi contributi versati a 28 (dopo il matrimonio, dopo mille casini ed ovviamente gli venivano riconosciuti per 1/4 del lavoro effettivo).
    Quella persona se n’è andata a 56, lasciando alla sua famiglia una pensione minima, nonostante gli effettivi 45 anni di lavoro!
    Lui mica lavorava alle poste… Se lui si ammalava nessuno gli pagava lo stipendio…

    Scusate l’ardore, cerco di essere sempre comprensivo ed evito di fare di tutta l’erba un fascio, ma dopo aver vissuto certe cose, capite perchè mi inc***o quando sento dello sportellista delle poste che considera un’impresa una laurea regalata dalla riforma…

  15. Ciao, sono iscritto al terzo anno di lettere. Ho sentito parlare di una nuova riforma che prevede 4 anni + 1. Sarei molto grato se qualcuno mi desse informazioni. Grazie. ccutolo@hotmail.it

  16. sono uno studente di economia e commercio vecchio ordinamento e ne sono orgoglioso.

    niente di piu vero quello scritto da davidonzo ragazzi!
    la riforma 3+2 e stata fatta con un solo obiettivo:
    aumentare le entrate dello stato.
    fateci caso … si scrivono praticamente tutti all’università(anche i 40enni) mentre prima il numero degli scritti era molto inferiore per nn parlare di quelli che si ritiravano.pff.anche il mio compagno delle superiori che nn vi dico l’ignoranza.tra un po si laurea in E.T.A.(econ.turismo e ambiente).
    cosi facendo nn si fa altro che disprezzare e declassificarele universita .oltre alla perdita di prestigio del titolo in se stesso!(si perde anche il piacere di dire sono un dottore!….va be lo sono tutti oggi!)
    E’ vero il diritto allo studio deve essere di tutti ma l’universita nn è(e nn deve essere) per tutti! ci vuole selezione e rigore soprattutto in certe facoltà come medicina che necessitano di una certa preparazione e rigore!(nn si scherza con la salute.)
    Non parliamo poi dei voti!oh ce ne fosse uno che nn ha la media del 30-28-27!pazzesco
    sembrano tutti geni!tutti con 110 e lode-108-105!
    Esami da passeggiata:
    una volta ad uno gli ho sentito dire “io a gennaio devo darmi 5 esami!”capito?!5 esami!e che sono caramelle!io per studiarmi solo economia politica 2 cio messo 2 mesi!e solo quella!
    ho avuto anche l’occasione di assistere a qualche esame..ho notato che difficilmente rimandano anche se ti devono mettere 18 te lo mettono anche perche con il fatto che le materie sono molte di più,(secondo me) sono anche molto piu tollerabili poiche capiscono che il ragazzo ha un lungo percorso ancora.
    la riforma ha anche come obiettivo quello di far laureare il piu velocemente.(almeno per quelli che si fermano alla triennale).ma poi si devono fare altri 2 anni che nn sono mai 2.e quindi alla fine tirandoi le somme nn si esce mai nei 5 anni ma almeno se ti va bene nei 6-7anni(si pagano cosi piu tasse).
    devo dire che e stato un fallimento questa riforma.solo chi e del vecchio ordinamento puo veramente testare la differenza tra i 2 ordinamenti.cmq ce da dire che una volta fatta la specialistica si e probabilmente piu
    “specializzati ” e meglio indirizzati nel canale lavorativo(si ha un titolo piu specifico) che con una laurea del v.o.

  17. Sono un laureato di vecchia data e vecchio ordinamento (facoltà Veterinaria Udine).
    Ci iscrivemmo in 60 e dopo quasi 9 anni eravamo laureati in 8.
    Con la riforma, stesso corso di laurea iscritti in 50, dopo 5 anni laureati 45 (nuovo ordinamento 5+2).
    I numeri vorranno dire qualcosa no?
    O forse noi "vecchi " eravamo tutti più stupidi?

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