Tutte le volte che cerco di convincere qualcuno a passare a Linux, la prima risposta che ottengo è: "..sarà pure come dici tu, ma io rabbrividisco all’eventualità di dover usare il terminale… Installare un programma è un casino… E’ come tornare indietro nel tempo, gli devi dare i comandi in cirillico…".
Il discorso non è del tutto insensato. Ma sono fermamente convinto che l’uso del terminale faciliti la vita dell’utente: quello che solitamente faccio districandomi fra mille menu a tendina ed un milione di pulsanti, via shell lo faccio con un paio di righe di comandi ben scritti.
Capisco anche che passare da un sistema point & click come WinXP, ad uno che definirei WriteToDo (scrivi per fare) non è semplicissimo.
Proprio per questo motivo, ferma restando la presenza e le potenzialità della shell, oramai la stragrande maggioranza delle distribuzioni Linux ha una GUI (Graphical User Interface) che permette di minimizzare l’uso del terminale.
In Ubuntu esiste un tool che permette di gestire graficamente l’installazione e la rimozione dei programmi, l’aggiornamento del sistema e la sua generale manutenzione con riferimento ai pacchetti disponibili.
Synaptic è nient’altro che un gestore visuale di APT (Advanced Packaging Tool). E fa le stesse identiche cose che fa da terminale, con la tecnica del point & click.
Premessa
APT e Synaptic gestiscono i pacchetti debian disponibili via repository. Un repository è una location, locale o remota, di un pacchetto *.deb. I repository sono contenuti nel file /etc/apt/sources.list.
Affinchè un pacchetto sia disponibile sia via APT che via Synaptic, è necessario che il sources.list contenda la giusta referenza (location) del pacchetto.
E’ anche possibile installare un pacchetto partendo direttamente dal *.deb in locale, o da un archivio binario di tipo *.tar.gz. Operazioni semplici, ma di cui si discuterà (forse) in altro articolo.
Il fatto che sia possibile gestire solo pacchetti disponibili via repository non deve apparire come un limite, per i seguenti motivi:
1- Ubuntu shara via repository una quantità enorme di pacchetti. Nel 95% dei casi vi basterà cercare fra i repository ufficiali della distro, per trovare il pacchetto che vi serve.
2- Chiunque può mettere on line un pacchetto *.deb e creare un repository ad hoc per un pacchetto. E’ questo il caso della libdvdcss2 (indispensabile per leggere i dvd video). Libreria che per motivi di licenza non può essere distribuita dalle distro ufficiale, ma è resa disponibile dalla community stessa.
A questo si aggiunga che i produttori di software, se decidono di distribuire una versione Linux e si focalizzano su diverse distribuzioni, per i sistemi debian based, mettono quasi sempre a disposizione degli utenti un repository specifico da utilizzare via APT o Synaptic.
3- Repository non è sinonimo di location remota! Avendo scaricato i pacchetti debian, è possibile creare un repository locale per gestire i *.deb con APT o Synaptic (sul come si crea un repository per pacchetti scaricati sul pc se ne parlerà in un secondo momento).
Avviamo Synaptic
Ovviamente Synaptic è avviabile da terminale, ma se lo usiamo è spesso perchè vogliamo evitare di scrivere e preferiamo cliccare .
Nel menu principale di Ubuntu andiamo su Sistema >> Amministrazione >> Gestione dei pacchetti Synaptic. Ci sarà richiesta la password di root (solo il superutente puಠmaneggiare i pacchetti) e subito dopo il tool si avvierà presentandosi con una schermata simile a questa.
Si noteranno subito tre grandi finestroni. La colonna di sinistra ci fornisce l’organizzazione dei pacchetti, che possono essere visualizzati per:
- Sezione: categoria pacchetti divisi ulteriormente per mantenimento (universe vuol dire che il pacchetto è mantenuto dalla cominità , multiserve che si tratta di pacchetti non free, nessuna indicazione è data per i pacchetti gestiti direttamente dal team di Ubuntu).
- Stato: installato, installato aggiornabile, non installato…
- Cerca: visualizza le varie ricerche di pacchetti che abbiamo fatto (si vedrà meglio fra poco).
- Personalizzato: criteri a discrezione dell’utente.
La seconda grande sezione. In alto sulla destra della colonna predetta, elenca i pacchetti disponibili, marcando con un bollino verde quelli installati. Si divide in cinque colonne:
- S: pacchetto installato o meno.
- Pacchetto: nome del pacchetto.
- Versione installata: numero versione disponibile solo per i pacchetti installati.
- Ultima versione: ultima versione disponibile via repository. Da attenzionare se la versione installata è precedente all’ultima versione.
- Descrizione: breve descrizione del pacchetto.
Cliccando su un qualsiasi pacchetto, nella parte bassa della finestra comparirà la descrizione estesa. Molto utile per capire se un pacchetto fa veramente a caso vostro!
Quegli strani tasti in alto
Sono disponibili in alto dei tasti di scelta rapida, dai quali è possibile effettuare velocemente le principali operazioni.

Ricarica: non fa altro che controllare i pacchetti disponibili nei repository. Esegue di fatto il comando apt-get update lanciato da terminale di root. Importante cliccare il tasto non appena avviato Synaptic. Solo in questo modo riusciremo a sapere se ci sono nuovi pacchetti disponibili e/o nuove versioni dei pacchetti installati. Risulta fondamentale anche per fare delle ricerche coerenti, dato che queste sono effettuate nella cache dei pacchetti che scarichiamo sul pc tutte le volte che lanciamo un update.
Marca tutti gli aggiornamenti: dopo aver ricaricato tutti i pacchetti, questo tasto si occupa di marcare per l’installazione tutti quelli che hanno una "versiona installata" antecedente all’ultima versione disponibile. Di fatto il comando fa metà del lavoro che farebbe il comando apt-get upgrade lanciato da terminale di root.
Infatti il comando da terminale non solo controlla la disponibilità di nuove versioni di pacchetti, ma le scarica e le installa pure. Invece via Synaptic, prima le smarchiamo, e dopo (con Applica) le installiamo. E’ evidente come il temutissimo terminale, in questo caso ci faciliterebbe la vita, dimezzando il numero di interazioni macchina <=> utente .
Applica: abbiamo deciso che pacchetti installare? Sappiamo quali rimuovere? Abbiamo smarcato gli aggiornamenti? Bene! Con un click su applica Synaptic apporterà le modifiche richieste .
Proprietà : se volete sapere proprio tutto di un pacchetto, non vi resta che selezionarlo dall’elenco e cliccare su questo tasto! Dato che la trasparenza è alla base di un buon rapporto software <=> utente, la visualizzazione di una schermata che vi dice vita morte e miracoli del pacchetto è la prova provata che potete fidarvi o meno di quello che state per installare.
Consiglio sempre di dare un occhio alla schermata quando si sta per installare un pacchetto non proveniente da repository ufficiali o ufficiosi (consigliati da Ubuntu anche se non direttamente gestiti).
Giostratevi fra le diverse finestre disponibile per ottenere il maggior numero di informazioni possibili.
Cerca: sicuramente l’opzione più importante . Anche in questo caso si tratta della riproduzione visuale di un semplice comando dato da terminale: apt-cache search PacchettoDaCercare. E’ possibile effettuare diversi tipo di ricerca, ma quella che è maggiormente consigliabile è la ricerca per "descrizione e nome".
Dato che spesso i file di cache non sono localizzati, consiglio di effettuare una doppia ricerca in Italiano e Inglese. Se cercate un tool per la masterizzazione, cercherete sia "masterizzazione" che "burn" .
Durante la sessione Synaptic, vengono salvate le ricerche effettuate, ed è possibile accedervi rapidamente cliccando sul tasto "Cerca" in basso a sinistra.
Operazioni effettuabili per singolo pacchetto
Con un click sul flag di selezione/deselezione dei pacchetti (colonna S) è possibile scegliere cosa farne del pacchetto in essere:
- Smarca: annulla precedenti opzioni scelte, riportando lo stato del pacchetto a quello originario. In questo caso nessuna operazione verrà effettuata sul pacchetto con un "Applica".
- Marca per l’installazione: se il pacchetto non è installato, chiediamo l’installazione.
- Marca per la reinstallazione: il pacchetto è installato, ma vogliemo reinstallarlo, presumibilmente perchè un problema in fase di installazione ne compromette il funzionamento.
- Marca per l’aggiornamento: il pacchetto verrà aggiornato all’ultima versione disponibile.
- Marca per la rimozione: elimina il pacchetto.
- Marca per la rimozione completa: elimina il pacchetto ed i file di configurazione (equivale all’opzione –purge remove di apt).
Non abbiate tanta paura di sbagliare a scegliere la giusta opzione. Perchè queste saranno attive per il pacchetto selezionato, solo se disponibili. E ricordate che ogni azione effettiva sul pacchetto verrà effettuata solo dopo aver cliccato su applica, per cui, prima di allora potete ripensarci!
Gestire i repository
E’ possibile aggiungere, modificare ed eliminare un repository senza essere costretti ad editare il sources.list con gedit o VIM.
Rimango dell’opinione che gestire il sources.list con un editor di testo sia la soluzione più semplice, dato che nei fatti è un semplice file di testo a cui di volta in volta, aggiungiamo e/o eliminiamo semplici righe. Ma se persistiamo a volere una GUI, non c’è problema, possiamo fare tutto da Synaptic. Dal menu impostazioni, scegliamo la voce "archivi dei pacchetti" e visualizzeremo la schermata seguente.
Non è altro che la riproduzione visuale del contenuto del sources.list. Selezionando una voce è possibile eliminarla cliccando su "Elimina" o modificarla cliccando su "Modifica". Ma vi sconsiglio di far cose del genere se non avete ben chiaro cosa andate a toccare .
Se volete aggiungere un repository basta cliccare su "Aggiungi". Scegliere la sezione adatta al repository.

Dopo di che cliccate su "Personalizzato" per inserire l’indirizzo vero a proprio del repository. Ad esempio se volete inserire il repository messo a disposizione da Skype per installare il suo client VOIP scriverete una cosa del genere:

Ci sono motivi ben precivi per cui le righe dei repository vanno scritte in un certo modo, ma non mi sembra il caso di parlarne qui . Vi basti sapere che tali righe vengono fornite tout court da chi mette a disposizione il repository. Quella di skype ad esempio è stata presa da qui.
Questo non è sicuramente tutto quello che c’è da sapere su Synaptic ed in genere su come gestire i pacchetti delle applicazioni in Ubuntu. Ma è un buon modo per smalizziarsi e comprendere come poi, non è così difficile come si crede .
Le schermate sono molto diverse da quelle di Windows, le cose da fare pure, ma ricordo sempre che avere una GUI non è avere la GUI di Windows! I sistemi sono radicalmente diversi. In M$ Windows la GUI è il sistema, in Linux è solo un pacchetto come gli altri .
ciao davidonzo,
ti leggo da un po’ ma non ho mai commentato, pigrizia più che altro.
stavolta voglio aggiungere qualcosa.
hai esordito scrivendo:
“Tutte le volte che cerco di convincere qualcuno a passare a Linux …”
la domanda che ti vorrei porre e che pongo a tutti (di riflesso anche un po’ a me stesso) è: perché cerchi/cercate/cerchiamo di convincere le persone ad usare linux?
linux è diventato veramente un sistema “user friendly”, la tua illustrazione di synaptic lo testimonia (e il discorso potrebbe essere fatto in parallelo con i vari tool delle altre distro), ma il problema di fondo secondo me resta il tipo di atteggiamento che diversi utenti hanno nei confronti del computer.
un utente tipico di windows usa il computer per motivi che raramente hanno a che vedere con la passione e la voglia di conoscere e controllare il proprio sistema.
la scelta di linux deve essere spontanea, deve venire dalla curiosità unita alla voglia di conoscere e studiare. non si può far passare ad usare un sistema linux ad un utente che non ha queste esigenze/curiosità.
se un utente ha a malapena la conoscenza di cosa è un file oppure una directory, è inutile fargli usare ubuntu o fedora solo per fargli cambiare DE.
quest’utente non si troverà mai a suo agio perché non ha voglia e passione di studiare e soprattutto non si avvarrà mai dei vantaggi che un sistema linux ha e che richiedono -appunto- dedizione.
stesso discorso vale per tutti quelli che vanno in linux perché “fuggono” da windows, ma che ogni due per tre stano lì a dire “se solo linux fosse così” oppure “se solo gimp fosse colà” etc.
approdare a linux pensando che si tratti di un windows OpenSource e che abbia lo stesso sistema di funzionamento è sbagliato, questa è cosa nota.
convincere un utente che non ha passione ad usare linux sventolando la facilità (reale) d’uso, soprattutto attraverso l’illustrazione delle potenzialità di synaptic è sbagliato altrettanto secondo me.
è un po’ come tutto l’evangelismo che si fa per firefox, che, sebbene nasca da una giusta e lecita intenzione, ha ormai preso la piega di missione anti microsoft oppure di convincimento coercitivo di persone che poi si ritrovano a non saper dove sono i “preferiti” e che si lamentano perché firefox non è così, non è colà etc. etc.
la scelta del browser come del sistema operativo deve essere tale: una scelta.
io decido di provare linux oppure firefox (o seamonkey nel mio caso) perché lo desidero, perché sono incuriosito, perché mi piace.
non perché mi dicono “fallo e ti troverai meglio”, perché questo potrebbe non essere vero per me tanto quanto per chi me lo dice.
linux non ha bisogno di quantità, ma di qualità e qualità è intesa come voglia, passione e disponibilità, non necessariamente come conoscenza superiore.
oh, sia ben chiaro, non è mia intenzione venirti a dire cosa fare e cosa non fare soprattutto in casa tua, ma volevo inquadrare la questione da un diverso angolo.
tutto qui
ciao e buona giornata
…
Ciao tripleshift
Forse è stata infelice la mia frase di prima… Io non cerco di convincere tout court qualcuno a passare a Linux.
non ci sarebbe, è normale che io inciti il soggetto a passare a linux.
Ma se una persona mi espone un “problema”, dato da una specifica esigenza e questo problema con linux (per la sua struttura fondante, non per una maggiore qualità
Spesso però mi si risponde: “eh, ma poi come faccio ad installare i programmi? … eh, ma devo compilare tutto… e chi lo sa usare il terminale?!”
Io semplicemente ho voluto spiegare (per quanto ne possa essere in grado) che esistono distro e applicazioni che rispondono a questa esigenza.
Non faccio “guerra”, do semplicemente delle informazioni.
Il motivo per cui tantissimi non hanno timori di fronte ad un PC Windows, è che, chi più chi meno, tutti sanno come muoversi. Non sanno invece cosa fare davanti a GNOME su Ubuntu
. Io cerco semplicemente di spiegarlo, in modo da creare un’alternativa.
Poi ognuno faccia la scelta che vuole
E’ normale che se “tizio” compra il pc perchè è un appassionato di giochi 3d, gli consiglierò un sistema Windows, ma se “caio” mi dice che vuole un pc per navigare in internet sicuro, da far utilizzare alla famiglia (multiutenza) e vuole essere sicuro non solo in internet, ma pure in locale (gestione dei permessi utente), non posso che dirgli che la gestione dei permessi in Linux è anni luce avanti alla fantomima di multiutenza di Win
.
Io non discuto mai una scelta consapevole, ma la consapevolezza stessa.
Synaptic è la prova che non ci vuole poi tanta dedizione per installare un programmino. Basta sapere cosa fare

Mica tutti siam nati sapendo già usare “installazione applicazioni” del pannello di controllo di win!
Quello che ho scritto ha l’unico scopo di spiegare il funzionamento di Synaptic. Se poi servirà anche a dare maggiore consapevolezza nelle proprie scelte informatiche, ben venga
come installo i prog che scarico da internet ??? grazie
@ maggio: fa tutto synaptic. Basta selezionare il pacchetto che ti interessa e fa tutto lui in automatico.
menomale perche stavo impazzendo seguendo i manuali on line per l-installazione in riga di comando
come posso fare riconoscere la mia scheda di rete wireless con ubuntu hardy, ho una atheros
e ho provato ad installare i driver mad wifi ma non è servito, non volglio usare ndiswrapper, ho un ibm x61 lo sò che i driver sono proprietari ma non riesco a trivare un' alternativa