La posta. Un mondo da scoprire

Da quando la maggior parte delle utenze possono pagarsi al tabacchino con bancomat, io e la posta abbiamo rapporti sporadici. Per lo più vincolati a ritiro/invio di pacchi e raccomandate.

Ma c’è un’utenza che ancora fa eccezione: la SIDRA va pagata con bollettino postale.

Come sempre, l’efficientissimo sistema di invio fatture del fornitore dell’acqua, mi recapita una fattura datata 30/10/2006, il 02/12/2006. La scadenza è il 05/12/2006 (oggi!!!). Cosicchè, stamane, mi armo di buona pazienza e decido di andare al più vicino ufficio postale.

Gli sportelli aprono al pubblico alle 08:15, ed io alle 08:14 sono già il numero “A 066“. Salvo scoprire qualche secondo dopo che la numerazione prevede anche le lettere C, H e P. Praticamente prima di me c’è un orda di gente!

Ore 08:15 in punto e gli sportelli si aprono: “WOW, hanno aperto in orario, vuol dire che ci sbrighiamo e non faccio tardi in ufficio!“. Mai pensiero fu tanto infausto…
Gli sportelli cominciano a chiamare i numeri. Ad ogni BEEP del display la baraonda più totale! Gente che spinge, scalpita, quasi si azzanna.
Gli unici tranquilli sono i possessori dei biglietti H. Tale categoria di utenti risulta essere titolare di un c/c postale, e per tanto ha diritto ad uno sportello dedicato.

Dopo aver constatato per la milionesima volta che in Italia la raccomandazione è fatto legale ed istituzionalizzato, comincio a vedere un certo malumore fra gli utenti della categoria C. Per ben cinque volte consecutive viene chiamato un utente A e l’utente C è del tutto ignorato.

Un ansiano signore, probabile rappresentante sindacale della categoria C, si erge a tutore della giustizia e minaccia il direttore di chiamare la guardia di finanza.
A tale violenta minaccia, il direttore risponde con uno sguardo che lasciava intendere: “E sai quanto se ne fotte la guardia di finanza del mio spezza fila“.
Nel frattempo l’implacabile display comincia a chiamare anche i cittadini di classe C e le proteste si placano. Ma a questo punto non ci sta il rappresentante sindacale degli A, che accusa il direttore di brogli e chiede una riassegnazione dei numeri di fila dietro supervisione di un rappresentante dell’ONU.

Dopo aver fanculizzato anche il rappresentante degli A, il direttore pensa bene di eclissarsi nel suo ufficio per svolgere i suoi doverosi impegni istituzionali, fra i quali elenchiamo:

  • Collegamento a siti pornografici (tanto lui è il direttore e poi accuserà qualche cassiere)
  • Procedura di consolidamento dei debiti dei suoi conoscenti (che tradotto vuol dire: sta sistemando tutte le bollette del parentato e le farà pagare ad un suo cassiere quando vuole lui, sbattendosene altamente dello spezza fila)
  • Pinzettatura sul corpo centrale dei migliori quotidiani italiani (gazzetta, tutto sport e il corriere dello stadio) per favorirne la lettura plastica (i tavolini del bar sono scomodi)

Ma torniamo alla sala dello scontro fra fazioni. Si nota che anche all’interno delle diverse caste c’è crisi. Difatti molti componenti di A sono persone anziane che devono ritirare la pensione. Fin qui niente di strano, se non che si scopre che il 75% di questi soggetti ha l’accredito automatico nel libretto ed è li solo per sincerarsi dell’avvenuta operazione. Nessuno si spiega però, perchè ci vogliano 20 minuti per sapere se un numero è stato scritto in una colonna…

In tutto questo gli unici a godere sembrano i componenti del gruppo P. Il ritiro e l’invio di pacchi e raccomandate procede spedito fino a quando non arrivano i postini a reclamare il loro momento di gloria: “E dammi le buste… E dammi i pacchi… E dammi le ricevute…” E va a finire che anche il gruppo P rimane fermo per una buona ventina di minuti.
Ed anche dal gruppo P si ode la frase: “Mi chiami il direttore!!!“. Ma questo risulta irreperibile per cause di forza maggiore (il ragazzo che porta i caffè fin dentro i suoi uffici è malato e lui da buon impiegato adopera la procedura: se il bar non va dal direttore, il direttore va al bar e se ne fotte alla grande).

Al bel ambiente che si viveva là dentro si aggiunge una telefonata del capo che mi minaccia di morte in caso di ulteriore ritardo.

Dopo due ore e un quarto di attesa, il gruppo A, di cui mi fregio di far parte, è arrivato al numero 30. Gli altri gruppi sono indietro, ad eccezione del gruppo H (il gruppo dei raccomandati).
A questo punto le scelte erano due:

  1. Affittare un sedile per le prossime 12 ore
  2. Usare una modalità di pagamento alternativa

Chiamo sprezzante il call center SIDRA (numero NON verde, quello funziona solo per i guasti e far presente che mi ero fracassato le palle alla posta non penso sarebbe stato considerato un guasto rilevante). Dopo altri 10 minuti passati a premere il tasto 1 se vuole parlare con un operatore, premere il tasto 2 se vuoi informazioni sui pagamenti e premere il tasto FANCULO per terminare la chiamata, riesco a parlare una centralinista, che mi informa che posso anche fare un bonifico bancario…
In preda all’emozione ed alle lacrime di gioia, mi faccio dare gli estremi per il pagamento, mi metto in macchina, arrivo in ufficio e pago il tutto in DUE SECONDI via home banking!!!

Io alla posta mai più!!!

13 thoughts on “La posta. Un mondo da scoprire”

  1. scusa caro davidonzo ma mi sono sbellicato dalle risate… sarò caduto tre volte dalla sedia… povero!! io ho lavorato insieme a mia madre per qualche giorno nelle poste e devo dirti che dato che stavamo in un paesino di 10.000 abitanti la situazione era molto più calma e anche se c’era la fila non c’erano tutte queste lotte sindacali:D! cmq a volte i problemi (dico a volte, molto raramente) non sono causati dagli sportellisti ma da i computer che hanno… ho girato per molti uffici, e devo dirti che almeno 5-10 volte al giorno la linea cadeva inspiegabilmente e bisognava riavviare.. quindi non è sempre colpa loro! poi certamente loro si aggiungono a tutto ciò

  2. Pazzesco ci siano ancora forniture non pagabili online :/ Le poste sono luoghi allucinanti 🙁

    PS La Sidra è la società dell’acqua potabile? A noi è pervenuto bollettino di pagamento con relativa fattura per un totale di BEN 0,01 € non sto scherzando

  3. @ thisend: a parte il direttore… gli sportellisti erano ok. Novato che spesso la lentezza era dovuta a follia dell’utente : - D

    @ Barbara: sisi, l’acqua… E beata te, io oggi ho pagato 127 eurI. Manco c’avessi le cascate del niagara in camera!

  4. @Barbara/@Davidonzo: Non e’ che per fare prima hanno sommato le due fatture e tirato a sorte chi doveva pagarla : - P ?

  5. complimenti hai un futuro da cabarettista se vuoi cambiare settore : - )
    Bello il tasto “FANCULO” ma ci si mette anche google che ha selezionato un ottima chiusura all’articolo (magia degli algoritmi googliani)

    Carte di Credito
    Trova quella più adatta a te. VISA, Revolving, Amex; senza canone annuo
    Annunci Google

    Meditate gente meditate : - D

  6. Come ti capisco, con le Poste ci lotto spesso e volentieri per questioni di pacchi che gli affido (aste ebay e simili) ma, fortunatamente, faccio il tutto sabato mattina quando c’è più calma (al 90%).

    L’ultima loro disavventura (con conseguente mio disagio abnorme, è stata con il modem di FastWeb … ci hanno messo 3 settimane per la consegna e io alla seconda settimana avevo già FW attaccata! S - ( )

  7. @ Genky: gli ad sense di google sono sense mica per caso : - D

    @ Barbara: però è strano. Qui sotto un certo limite non ti mandano la bolletta e sommano al trimestre successivo. Sistema informatizzato, ma poco informato?!

    @ Gioxx: Che culo…

  8. Come al solito l’organizzazione nel nostro Paese è una cagata di livello mondiale.
    Bello il tasto FANCULO, lo voglio anch’io! 😀

  9. le poste italiane non hanno colpa secondo me siamo noi che drammatiziamo al livello astronomico,dopotutto siamo italiani.un salutone a tutti…(un direttore postale).hahahahahaah scherzavo l’ultimo mio record personale 3 ore 45 minuti primi di fila sfido chiunque a betterlo ciao. : - D

  10. Italymedia.it denuncia il mancato rispetto dei tempi di apertura al pubblico

    Orari selvaggi all’ufficio postale

    Presso la sede di Acilia, al direttore del noto portale d’informazione Antonello De Pierro, nonché voce storica di Radio Roma, viene negato il pagamento di un bollettino, nonostante ne avesse diritto. Necessario l’intervento dei Carabinieri

    Roma. Erano state in numero alquanto significativo le segnalazioni di utenti delle Poste Italiane giunte alle redazioni di Italymedia.it e di Radio Roma, che lamentavano un disservizio piuttosto eclatante presso alcuni uffici della capitale, nel rispetto dell’orario di apertura al pubblico. Iniziavamo ad effettuare dei sopralluoghi a campione in giro per la città, e nella maggior parte delle strutture riscontravamo una situazione impeccabile per la cortesia e la disponibilità usate nei confronti dell’utenza, nonostante la grande mole di lavoro gravante sugli impiegati, e in linea di massima l’assenza di particolari problemi per quanto concerne il rispetto degli obblighi temporali del servizio. Ma tra le segnalazioni campeggiava in maniera insistente l’indicazione di un ufficio in particolare, di quelli cosiddetti centrali, che prevedono, con tanto di cartello affisso all’ingresso, l’apertura al pubblico fino alle ore 19,00, cosa che, come succede in tutti gli esercizi pubblici e privati, concede possibilità di accesso fino a tale ora. Da quanto veniva segnalato, sembrava invece che tale orario fosse presente solo in forma virtuale, ma in realtà anticipato, senza una scadenza temporale certa, a seconda dell’affluenza del pubblico. A quanto pare l’ingresso degli utenti veniva di solito inibito già molti minuti prima del canonico limite fissato alle ore 19,00, in quanto sembra che i poveri impiegati avessero invece a tale ora impellente e inappellabile necessità di chiudere i battenti degli sportelli, senza alcuna possibilità di deroga. Inevitabilmente nella nostra mente si accendeva la spia dell’analisi riflessiva, e il nostro pensiero correva immantinente, come del resto conseguenza logica della nostra linea editoriale, alle cellule più deboli della collettività e al loro disagio derivante dalla sconcertante presunta situazione. Come giannizzeri della giustizia, volti a dare voce a quanti spesso vengono soffocati nella loro naturale espressione dei diritti, immaginando per l’occasione la figura emblematica di un’anziana signora, sola e malata, nonché affaticata sotto il peso inesorabile degli anni, sottoporsi ad un già ingente carico di stress per raggiungere l’ufficio in questione e trovarsi di fronte all’opposizione di un illegittimo diniego alla naturale offerta del servizio, ritenevamo opportuno recarci in loco per accertare e documentare la veridicità delle segnalazioni. L’ufficio in questione era quello centrale di Acilia.

    Ad andare sul posto è il direttore di Italymedia.it Antonello De Pierro, nonché voce storica di Radio Roma e presidente del movimento nazionale “L’Italia dei diritti”. Il noto giornalista giunge nei locali della struttura esattamente alle ore 18,42, e quindi 18 minuti prima dell’orario canonico di chiusura al pubblico, con l’intenzione di effettuare un pagamento tramite bollettino postale. All’ingresso viene fermato da un impiegato, che con grande naturalezza lo avvisa del fatto che l’ufficio è già chiuso, cosa piuttosto singolare e assurda vista l’ora. Ignorando l’azzardato avvertimento si reca comunque presso la macchina erogatrice dei numeri progressivi che regolano l’affluenza agli sportelli, e qui lo attende un’indicibile sorpresa: dalla fessura esce un biglietto con la scritta “IL SERVIZIO NON E’ ATTIVO”. Ma la cosa fondamentale è che trovano riscontro tutte le lamentele accolte, e queste si posano saldamente su una granitica piattaforma di verità, tanto da poterle diffondere con la voce pacata ma intensa e rabbiosa di chi è stanco di dover perpetuamente lottare sul terreno sociale per ottenere il rispetto dei propri diritti, che dovrebbero invece automaticamente essere ottenuti con la naturalezza dell’inevitabile, tanto che spesso quando ciò avviene ci compiacciamo e meravigliamo, scambiando inconsciamente per un’eccezione quella che dovrebbe essere la regola. L’irremovibile reporter, noto soprattutto per le sue battaglie in tema di diritti sociali, non si scompone e decide ugualmente di attendere il suo turno. Alle 19 e 2 minuti circa raggiunge lo sportello per effettuare l’operazione, come è suo imprescindibile diritto, ma si imbatte nel rifiuto dell’impiegata che gli contesta il fatto di non essere in possesso del numero progressivo: “Educatamente le feci notare che avevo varcato l’ingresso in orario abbondantemente regolare, ma non volle sentire ragioni sostenendo con decisione che doveva chiudere lo sportello alle 19,00 in punto; le spiegai che avrebbe potuto incorrere nel reato penale di interruzione di servizio pubblico, ma quando mi rispose che lei non svolgeva un servizio pubblico, bensì privato, rimasi esterrefatto e ritenni evidente di non poter proseguire oltre. Mi venne in mente in associazione il parallelo calzante di un autista di un autobus adibito a pubblico servizio, che termina il suo turno di lavoro alle ore 19,00, ma trovandosi ancora a qualche chilometro dal capolinea, decide di abbandonare la vettura e andarsene a casa. Una cosa assurda”. De Pierro pensa quindi di rivolgersi ad un responsabile e chiede del direttore dell’ufficio. Dopo qualche ricerca in giro per i locali che frattanto si sono svuotati del pubblico, si imbatte in una donna che risulterà poi essere la vicedirettrice, che invece di accogliere o almeno ascoltare le sue ragioni lo minaccia che se non sparisce chiamerà i Carabinieri. E’ allora che l’incredulo giornalista le risparmia la fatica e compone sul suo cellulare il numero 112. I militari della vicina Stazione di Acilia giungono in poco tempo e cercano di convincerlo a desistere, ma egli non molla: vuole pagare il bollettino, anche se sa che ormai è impossibile. I terminali sono stati tutti spenti. Il suo diritto è stato violato, l’interruzione del servizio pubblico si è consumata, lasciando dietro di sé i suoi danni. Agli encomiabili carabinieri non resta ormai che constatare quanto è successo, l’impiegato alla porta conferma che il direttore di Italymedia.it è entrato prima delle ore 19,00, mancano solo gli atti da redigere per l’Autorità Giudiziaria. Frattanto i fotografi immortalano e illuminano con i flash a raffica il volto stanco ed emaciato di De Pierro, sono quasi le 21,30, la sua lotta di oggi servirà a salvaguardare i diritti di altri domani, mentre emerge anche un altro fatto inquietante: se il servizio degli impiegati termina oltre le 19,30, questi non hanno diritto ad essere retribuiti per il periodo di lavoro straordinario. Lo scontento dei dipendenti nei confronti dell’azienda si abbatte contro l’utenza esasperata. Lavoratori contro cittadini, la guerra dei poveri. I generali restano in torretta a guardare. De Pierro ne parlerà sulle frequenze di Radio Roma, ma nessuno dei vertici dell’azienda è disponibile ad intervenire, nemmeno telefonicamente, ed anche per Italymedia.it si attende una nota, che non arriverà mai. Ciliegina sulla torta, giunge il direttore dell’ufficio di Acilia in tenuta molto casalinga, urla contro tutti, è alterato all’ennesima potenza , non capiamo perché, se non fa rispettare gli orari ai suoi subalterni. Le sue grida fendono l’aria dove la tensione si taglia a fette, i carabinieri, ancora impeccabili, lo calmano. Ormai si può chiudere l’ufficio. Tutti a casa. Scatta la denuncia. Si chiude anche un’altra pagina nera nel libro dei diritti negati, ai cittadini e ai lavoratori, e purtroppo non sarà l’ultima nelle storture croniche della triste realtà italica dei poteri forti, dove il cittadino comune purtroppo soccombe quotidianamente sotto i macigni dell’arroganza.

  11. SONO UN CITTADINO DI VALENZANO (BA) CON UNA POPOLAZIONE CHE SFIORA I 20.000 ABITANTI L'UFFICIO POSTALE E' UBICATO MALE IN UN POSTO SI CENTRALE MA CHE LA MAGGIOR PARTE DELLA POPOLAZIONE CI ESTENDE INN PERIFERIA CON LA CONDIZIONE DI VENIRE CON LA MACCHINA NON TROVA MAI IL POSTEGGIO DISSERVIZI A NON FINIRE QUATTRO SPORTELLI NON SEMPRE ATTIVI SI MA IL POMERIGIO A CHE SERVE FA COMODO A VOI SICURAMENTE.
    P.S.
    SAREBBE SUFFICIENTE TRASFERIRLO IN UNA ZONA PIU STRATEGICA

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