Hashbot.com – Congela un documento web e rendilo certo nel tempo

hashbotSentiamo spesso parlare di web dinamico. Come concetto formale si intende la rapidità con la quale nuove tecniche di publishing e web presence vengono messe in atto, ma c’è anche un risvolto sostanziale da tenere in considerazione: il contenuto di una singola pagina web può cambiare velocemente.

Il problema è tanto più riscontrabile quanto maggiore è il tasso di sviluppo di strumenti di web publishing sempre più alla portata di tutti. Fino a qualche anno fa il problema era circoscritto a spazi web occupati con il solo scopo di rubare informazioni e dati sensibili a degli sfortunati avventori. Si pensi al phishing, al mass spamming.

Se si pensa oggi a servizi come Twitter, Facebook, ed alla miriade di blog dislocati in tutto il mondo, si può ben comprendere quanto il tasso di circolazione di una pagina web possa essere alto. Può essere utile in questi casi *congelare* il contenuto della pagina in un dato momento, potendo successivamente dimostrare che a quella URL corrispondeva un dato contenuto in un dato momento.

Per questo è nato Hashbot.com. Web application sviluppata da me e Gianni Amato, che consente di validare scientificamente qualsiasi documento web.

Basterà indicare all’applicazione la URL del documento che si vuole congelare. Hashbot, dopo aver ricevuto la risposta dal server remoto, in caso di risposta positiva scaricherà il documento, calcolerà gli hash MD5 e SHA1, assegnerà un codice univoco al singolo processo di acquisizione e salverà tali informazioni nel suo database. Alla fine l’utente sarà tenuto a scaricare l’archivio contenente il documento validato e le informazioni di certificazione scientifica (N.B.: è necessario scaricare il file entro e non oltre 120 secondi dal termine del processo).

Da questo momento in poi si potrà interrogare il database per chiedere verifica della validazione. Inserendo nell’apposita form il codice di validazione e l’hash (a scelta MD5 o SHA1), l’applicazione in caso di matching positivo, ritornerà tutte le informazioni salvate in sede di acquisizione del documento. Ma il processo di validazione non finisce qui. Infatti è fondamentale che l’utente, controverifichi la risposta di hashbot con il file contenuto nell’articolo. Basterà un semplice programma desktop di calcolo hash.

Presumo alcune cose siano facilmente intuibili, ma per maggiore chiarezza le scrivo:

  • Hashbot.com scarica il file validato, ma non lo conserva in modo permanente. L’archiviazione del documento è a cura dell’utente.
  • Alterando in qualsiasi modo i documenti contenuti nell’archivio scaricato, la validazione perde qualsiasi tipo di valore. Si ribadisce che la verifica fatta da hashbot costituisce solo la metà del processo di validazione!

 

Penso sia importante anche sottolineare una cosa che per gli addetti ai lavori apparirà scontata, ma spesso l’utente non professionale sottovaluta. Hashbot valida il documento as is. Non scarica ricorsivamente i file ad esso allegati. Quindi validare una pagina web che contiene un’immagine non equivale a validare l’immagine stessa. Come fare in questo caso? Semplice: valideremo sia la pagina web (http://example.com/page.html) per provare che al suo interno era contenuto un collegamento all’immagine incriminata, sia il link diretto all’immagine (http://example.com/img/image.jpg).

Altro aspetto da chiarire a priorio è che hashbot non ha valore legale proprio. Questo perchè solo un provvedimento legislativo potrebbe dare al sistema valenza legale. Ciò nondimeno, è pensato per dare la prova scientifica dell’evidenza. Quindi potete usare hashbot come strumento per provare un dato di fatto in giudizio, ma dipenderà dal giudice se accettarlo o meno come prova.

Detto questo non vi resta che provarlo. Leggete le FAQ per maggiore approfondimento e non dimenticate di farci pervenire qualsiasi feedback utile a migliorare il servizio.