Resoconto di un bel tour della Sicilia Orientale

Lavoro da cinque anni nel turismo, ma, forse proprio per questo, non avevo mai avuto il tempo di fare un giro completo dei nostri e vivere i ritmi di un tour pensato in funzione dei vulcani e delle bellezze ambientali Siciliane.

Mi sono aggregato a questo nostro gruppo di clienti al loro arrivo sull’Etna. Loro avevano già fatto la parte di tour riguardante le Isole Eolie. A me interessava capire come funzionasse il tour nell’isolone πŸ™‚

Il mio giretto parte da Etna Sud. La zona a prima vista è per lo più un grande parco giochi. Alberghi, la funivia, piccole baite adibite a negozi di souvenir. Molto turistico e molto incasinato.

Dato che ai nostri clienti non piace il casino (e sinceramente neanche a me) si parte da poco oltre lo spiazzale principale. Da un cancello parte la risalita verso Monte Maletto!

Sono tre ore e mezza con diversi sali e scendi. Tutto abbastanza gradevole, se non fosse per i chili di materiale che bisogna portare. Dopo una decina di minuti il primo incontro: una vipera che passeggiava tranquilla sotto il sole per poco non ci finisce in mezzo ai piedi. Il tentativo dell’ottima guida di farla spaventare riesce a metà… La vipera si spaventa, ma reagisce cercando di addentare il bastone. Cinque, sei morsi ben assestati alla base del bastone, poi via come un lampo dietro una roccia.

Dopo tre ore di cammino tranquillo, vipera a parte, si arriva alla salita che porta dritti al Rifugio Maletto. Un salitone, magari non troppo ripido, ma che ti uccide psicologicamente in quanto ultima fatica.

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Qui voglio spendere due parole sull’organizzazione dei rifugi alpini sull’Etna. Ce ne sono tanti, sono ben tenuti, quasi tutti hanno una cisterna piena.

Complimenti veri al corpo forestare di servizio che riesce a mantenere tutto funzionante nonostante qualche volta il turista preferisca lasciare immondizia ovunque!

PS: attenzione all’acqua. Non è potabile, ma lo può diventare con apposite pillole di argento vivo.

Occhio, sono ben tenuti, ma non pensate ad un 4 stelle πŸ™‚ . Parliamo di piccolissime casette di pochi metri quadri con un camino per accendere un fuoco.

Sono pubblici, non chiusi a chiave. Chiunque può entrare gratuitamente e restarci quanto si vuole. Se si è già dentro il rifugio non si può non far entrare altri.

Altro ottimo servizio della forestale è il far trovare la legna già tagliata sul posto.

Non potete nemmeno immaginare cosa sia il cielo notturno lontano dalle luci della città. E’ tutto limpido, stellato come fosse sempre il 10 Agosto. Non senti clacson, sirene o altre cose. Solo cicale e qualche volpe che ti gira intorno.

Non è il massimo della comodità dormire a terra, ma vi assicuro che il gioco vale la candela! Il mattino dopo di senti più stanco di quando sei andato a letto, ma lo rifaresti senza problemi πŸ˜€ .

La mattina seguenta, dopo aver visitato una vecchia colata, si scende per arrivare a Randazzo. Arrivati nel pomerrigio ad un B&B molto carino si fa un giro libero per la città.

Dovendo la guida spiegare cosa si sarebbe fatto il giorno dopo, siamo entrati nell’atrio comunale. Abbiamo chiesto se potevamo soffermarci qualche minuto ed un simpatico signore, dopo averci invitato a restare tutto il tempo che volevamo, ci ha raccontato la storia di Randazzo e del Palazzo S. Francesco.

Li per li ho pensato che gli operatori turistici del luogo fossero molto preparati, se non che la persona in questione si è presentata come Sindaco della Città 😐

Vedendoci con un gruppo di turisti ha cominciato ad offrirci ogni servizio cercassimo. Fino a darci il numero personale di cellulare per chiamarlo in qualsiasi momento in caso di bisogno.

Ora, chiaro che non lo faceva per beneficienza, ma un amministratore e addirittura un sindaco tanto disponibile non li avevo mai visti. Qualcuno dovrebbe prenderne esempio.

L’escursione del giorno seguente è durata tutto il giorno. Un totale di 25 Km che circumnavigare monte maletto, monte spagnolo, arrivare alle gole dell’Alcantare e ritornare a Randazzo.

Anche qui ho potuto notare molti rifugi ben tenuti, ma nessuno come il Rifugio di Santa Maria del Bosco. Praticamente un piccolo parco. Penso il fiore all’occhiello della forestale.

I giorni seguenti sono passati molto bene fra sentieri, rifugi e altro. Unica enorme pecca gli incendi che hanno flaggellato centinaia di ettari di foresta. Ovviamente si tratta di incendi dolosi a spoco speculativo. Praticamente quasi tutti i fuochi nascevano sul ciglio delle strate asfaltate o vicino a terreni privati. Non ci vuole molto per capire il perchè della cosa…

Ma saltiamo direttamente al clou! La risalita a 3.300 m. La passeggiata sui crateri. Vi giuro che è veramente una cosa fantastica, ma allo stesso tempo terrorizzante. Passeggiare sul bordo di un buco dal diametro di 500 metri e profondo 400 ti tiene un attimino in tensione. Capisci in quel momento quanto sei niente. Quanto poco vali in confronto alla grandiosità delle forze naturali.

Raggiungi in pochi secondi una consapevolezza nuova. Che magari ti minimizza a nulla universale, ma allo stesso tempo ti apre verso orizzonti nuovi. E’ difficile da spiegare cosa si provi in cima ad un metro o poco meno da uno strapiombo fumante di vapore acqueo e zolfo.

Sulla cima del Vesuvio non avevo avuto nessuna sensazione particolare. Sull’Etna invece, forse per la totale mancanza di barriere fra te e quel vuoto infernale, in pochi secondi ho avuto paura di morire, ma grande forza in me stesso. Boh? Sembro drogato, ma fatelo e poi ditemi πŸ™‚

La ridiscesa dalla vetta invece è il momento più divertente! Si passa infatti sul sabbione. Cenere vulcanica finissima che ha creato una sorta di spiaggia nera su un discesone con pendenze ampissime.

Tolti gli scarponi, riposti i bastoni nello zaino quella parte si può farla correndo scalzi! La gamba ti affonda fin quasi al ginocchio ed il GPS della guida vulcanologica ha segnato una velocità massima di poco oltre i 42 km/h.

Io concludo qui. Tralascio la bella spiaggia di S. Lorenzo, la riserva di Vendicari tenuta una pezza e pure la bella Cavagrande (il canyon naturale più grande d’Europa).

La passeggiata sul cratere mi è rimasta nel cuore e spero di rifarla presto, come spero di poter tornare presto a dormire sotto le stelle fra mille scomodità e milioni di bellezze naturali πŸ™‚

9 thoughts on “Resoconto di un bel tour della Sicilia Orientale”

  1. Bellissimi i rifugi della forestale. Una volta li ho girati tutti in mountain bike, quando avevo un pò di fiato nei polmoni.

    L'ultima volta che ho dormito in un rifugio, è successo un finimondo. Cominciò una nuova eruzione, quella famosa della cenere che ricoprì l'intera Catania. Io e i miei amici, svegliati dal terremoto, siamo dovuti scappare alle 3.30 di notte, sotto una fitta pioggia di cenere, mista ad una nube di zolfo.

  2. Io ho fatto un giro dell'etna in mountain bike, bellissimo … se fossi un minimo in forma lo rifarei domani!

    Il rifugio era come hai detto tu, perfetto. C'era anche la pasta ed il sale, non li abbiamo usati per lasciarli a quelli che fossero capitati li per rifugiarsi, e non per passeggiare (come noi). Inoltre avevamo le nostre cose!

    bentornato.

  3. @ moticanus: thanks πŸ™‚

    @ Terronista: minchia che culo πŸ˜€

    @ Massimiliano: quando hai voglia di camminare fammi un fischio πŸ˜‰

    @ Gionni: le aspetto pure io. Spero me le mandino presto.

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